”Già da tempo è atteso nella zona un rastrellamento in grande stile…
Presso il Centro di documentazione di storia contemporanea e della Resistenza di Luserna San Giovanni è archiviato un fascicolo dal titolo: “Diario storico 4° Brig. Garibaldi di Isacco Nahoum ‘Milan'”.
Il fascicolo contiene un opuscolo con le seguenti coordinate bibliografiche formali: Isacco Nahoum “Milan”, Diario storico della 4a Brigata “Garibaldi”. Fascismo 1943-1945. I Notiziari della G.N.R. da Cuneo a Mussolini, Pancalieri, idealgrafica Senestro, s.d. [ma 20/08/1990-].
Il documento risulta di fatto curato da Giovanni Senestro, già fiancheggiatore di unità della 1ª divisione Garibaldi attive nella zona di Pancalieri e del Pinerolese (brigate 103ª e 105ª e 2° distaccamento di Polizia partigiana di quest’ultima) e nel dopoguerra dirigente sindacale, fotografo nonché studioso e attivo cultore della memoria e della storia del movimento di Liberazione in provincia di Torino, che in una pagina introduttiva, attesta di aver redatto la pubblicazione secondo testo e intenzioni dello stesso Nahoum (già comandante del battaglione Arditi e della 4ª brigata Garibaldi) dopo la sua scomparsa. Il Diario di Nahoum si presenta peraltro come interpolato, ad opera dello stesso Senestro, con passi tratti da M. Calandri (a cura di), Fascismo 1943-1945. I notiziari della G.N.R. da Cuneo a Mussolini, Cuneo, Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia – L’Arciere,1979.
Ecco come il comandante Milan ha raccontato la battaglia di Pontevecchio, nella trascrizione che del racconto ci ha lasciato Giovanni Senestro.
”Già da tempo è atteso nella zona un rastrellamento in grande stile… L’allarme è dato alle 6,45 a Pontevecchio, il Garibaldino Tascapane di guardia al ponte minato lascia passare le prime due autoblindo, quindi dà fuoco alla miccia per far saltare il ponte (e isolare così il nemico) la miccia brucia fino a pochi centimetri dalla carica di esplosivo e poi si spegne. Tascapane sa che riaccendere l’innesco vuol dire saltare col ponte, eppure non esita…
L’esplosione lo proietta lontano, ferito. La squadra volante con Petralia e Romanino, subito attacca gli autoblindo, nello stesso tempo apre il fuoco la squadra di Ulisse, su alla Bordella. Il combattimento durato quattro ore è durissimo. Alle scariche di parabellum si succedono i lanci di bombe a mano a distanza ravvicinata. Le due autoblindo vengono distrutte, la postazione di Ulisse viene attaccata alle spalle da circa 200 fascisti. Lui ucciso, verrà scaraventato giù da una rupe. Dopo un breve, ma duro combattimento, i nostri distaccamenti ripiegano verso il fondovalle, Petralia con i superstiti della squadra di Ulisse, ripiega alla Galiverga verso Bagnolo. I fascisti cominciano a bruciare baite e cascine senza nessun riguardo.
Nella notte tra il 21 e il 22 il Comandante Barbato ordina ai distaccamenti di val Infernotto (Montoso) di ripiegare in val Po. Con una marcia estenuante di nove ore, in mezzo alla neve e al ghiaccio, i distaccamenti si portano nella zona di Oncino, sottraendosi così all’urto preponderante delle forze nemiche.”
(Nella foto, Augusto Ferrero, “Ulisse”, foto tratta da labottegadelciabattino.wordpress.com)