L’autrice di “Libere sempre. La Resistenza al femminile nelle Valli Valdesi” (2024, LAReditore, 18€ ) ci parla del suo lavoro.

 

Libere sempre ripercorre il cammino della Resistenza al femminile nelle Valli Valdesi (Pellice, Chisone e Germanasca) attraverso le sue varie espressioni.

Questo libro è nato da un mio desiderio di approfondire tale tematica che nel passato è stata molto trascurata.

Per quanto riguarda le nostre vallate pinerolesi esistono molte testimonianze scritte, ma sono sparse, non c’è, o non ho trovato, nessuna pubblicazione che affronti quest’argomento in modo organico, e quindi ho cercato di riunire le memorie che ho trovato: autobiografie anche scritte a mano, fonti d’archivio, pubblicazioni sul tema e di memorialistica, informazioni preziose di parenti e amici delle staffette e delle collaboratrici, e non da ultimo alcune preziose interviste a 4 testimoni che sono ancora vive.

Come tutti i percorsi di ricerca le informazioni si sono quindi allargate, la radice prodotta dalla mia curiosità ha fatto crescere numerosi rami, ben 27 testimonianze scritte e orali, e non sono mancate le scoperte.

Io in prima persona ho avuto la possibilità di approfondire un tema che conoscevo poco e che mi ha insegnato molto.

Il mio racconto parte da una sintetica e generale descrizione della nascita delle offensive contro l’oppressione nazifascista, per giungere nello specifico alle azioni e ai movimenti intrapresi dalle donne. In questo territorio la presenza femminile ha indubbiamente una storia complessa, caratterizzata da diverse sfaccettature, da molteplici esperienze personali e collettive, che con l’inasprirsi del confitto hanno visto crescere il numero delle aderenti.

La Resistenza femminile è stata una vera e propria rivoluzione sociale perché finalmente molte donne si sono sentite alla pari degli uomini e per la prima volta hanno potuto partecipare ad una fase decisiva della storia italiana, allontanandosi dalla propria casa e dalla famiglia. La loro presenza essenziale, anche se meno appariscente di quella maschile, si è diffusa ovunque, dapprima in modo spontaneo e poi organizzato in ogni distaccamento partigiano.

La narrazione propone anche la fondamentale collaborazione delle giovani all’interno delle fabbriche o nelle loro case, e delle donne civili che hanno trovato la morte in seguito a rappresaglie, sabotaggi e bombardamenti.

Attraverso le varie fonti consultate è stato possibile riunire i dati in un contesto generale per poi dar voce alle esperienze delle protagoniste sul campo, rivisitate alla luce del dopoguerra e spesso contrassegnate da una marcata impronta emotiva.