Estratto dal n° 6 della serie di 12 Quaderni multimediale sulla Resistenza – Scuola e Territorio
Ricerca triennale delle classi
a.s. 1997-’98: 1^ B/IGEA e 5^ B/PNI
a.s. 1998-’99: 1^ A/IGEA e 4^ A/Op.Tur.
a.s. 1999-2000: 2^ A/IGEA e 5^ A/Op.Tur.
dell’Istituto Tecnico Statale Commerciale e Professionale per il Turismo “L. B. ALBERTI” di Luserna S. G. e Torre Pellice
Coordinata dai Proff. Luigi Bianchi e Marisa Falco

Qui il sito originario
Qui abbiamo raccontato la storia dei Quaderni

Leggi il testo qui di seguito o vai all’opuscolo originale.

Giulio Giordano racconta…

La razzia della caserma di Luserna l’8 settembre del 1943, “invece di caricare viveri ho caricato armi”; la collaborazione con le bande che si andavano formando in valle, poi il passaggio alla clandestinità per evitare il reclutamento nell’esercito fascista; la redazione de Il Pioniere, la struttura del comando e la missione delle staffette; i rastrellamenti e le puntate: “Se ti andava bene, ti andava bene! Se ti andava male…”

Luserna San Giovanni, 3 aprile 1998

Giordano
Vi ringrazio di avermi invitato. Non so bene come cominciare.. se devo parlarvi della Resistenza o se avete qualche ‘appiglio’ per un discorso.
La mia storia personale, che pare abbia interessato un po’ una vostra compagna, che mi ha fatto qualche domanda un po’ birichina… Ma non importa!
La mia storia è abbastanza semplice, per quello che può interessare… A 18 anni non avevo obblighi di leva, quando è successo l’8 settembre, sono andato, assieme ad altri due o tre, alla caserma di Torre Pellice ed invece di caricare, come facevano molti civili, viveri o fare incetta, e poi magari venderli, come facevano altri, a borsa nera, ho caricato delle armi.
Qua dove ci troviamo era una caserma. Questo lo sapete anche voi. A settembre del ’43, qua c’era il Nizza Cavalleria, il che comportava un grosso numero di cavalli… perché allora la cavalleria era cavalleria… non come ora che è a base di carri armati e c’erano molti militari. E’ successo anche a Luserna quello che è successo a Torre Pellice e che è successo a Pinerolo: sbandamento dell’esercito. Qualche giovane di Luserna e qualche altro meno giovane hanno fatto quello che abbiamo fatto noi a Torre Pellice: invece di caricare anche loro vestiario o dedicarsi a… così… non diciamo ‘rapina’… perché non sarebbe neanche giusto… hanno preso le armi ed hanno preso i cavalli.
I cavalli… povere bestie! Erano veramente magnifiche e sono finite quasi tutte in montagna, qualcuna dai contadini ed una grossa parte macellata… il che è stato indubbiamente un ‘piccolo delitto’, se si vuole… Erano bestie meravigliose, però, purtroppo è così…
Subito non sono salito in montagna; ho fatto un po’, diremo, di lavoro clandestino… così tenendo i collegamenti a Torre Pellice, Torino e Pinerolo. Mi sono occupato in modo particolare di stampa clandestina, già prima di salire in montagna… A giugno (1944), con la chiamata alle armi del 2° contingente del ’26… io sono del 1925 e alla visita militare del ’43, ancora sotto il ‘regio esercito’, non ero stato ritenuto idoneo… Comunque, sono salito in montagna. Mi sono preso il rastrellamento di agosto (1944); sono rientrato dalla Francia assieme ad altri; sono finito, non occasionalmente nel Pioniere e sono stato lì, in Val d’Angrogna, diremo… fino a metà ottobre (1944), quando quello che era il gruppo del Pioniere si è sciolto.
Il gruppo del Pioniere era formato essenzialmente, diremo, da quattro… più o meno “politici”, quattro chiamiamoli “giornalisti”, se si vuole… eravamo “giornalisti in erba”… e precisamente Gustavo Malan, che era la mente del giornale, che è veramente opera sua e poi tre di noi, che poi sono diventati tre commissari di tre Brigate della zona, che facevano un po’ da redattori e che portavano in giro i giornali: in Val Germanasca oppure fino a Rorà, attraversando la Val Pellice… e poi c’era un gruppetto di tre o quattro partigiani che si occupavano del vettovagliamento; uno poi era stato ferito ed era lì un po’, come dire, in “convalescenza”…
A ottobre (’44) il gruppo si è sfasciato: uno è rimasto a Luserna, Fredino Balmas, con la funzione di commissario e con funzione di collegamento con, diciamo così, il “mondo civile”… il nostro non era un mondo “incivile”, ma comunque non strettamente militare; due di noi il Medino ed il sottoscritto siamo stati mandati in pianura, nella zona di Vigone, Castagnole, Piobesi, Carignano…
A gennaio (’45) sono andato nell’Astigiano, … mi sono fermato una settimana, 10 gg., poi mi hanno fatto rientrare e sono rimasto in pianura; mentre il Medino è finito in quel di Pramollo. Ecco… questa è la mia brevissima storia.

Domanda
Come mai ha scelto di andare a fare il partigiano?

Giordano
Ho spiegato che per me non era stato particolarmente difficile, per motivi familiari, per motivi di ambiente… capisco che per qualcuno può anche essere stato difficile…specialmente per … i giovani di città, mancanza di collegamenti, ecc. ecc. …
Un’osservazione che ho già fatto, che rifaccio oggi e che farò fino alla fine dei miei giorni, è che quello che poi veramente colpisce di più, secondo me, è perché dei ragazzi… praticamente la Resistenza l’hanno fatta i ragazzi del ‘24/’25, qualcuno del ’23, pochissimi delle classi dal ‘18/’19 in avanti… il che è facilmente spiegabile: erano tutti militari, Alpini, quindi quelli della Val Pellice in Jugoslavia; quelli di Bagnolo, Barge con la Cuneese, finiti in Russia, dove ci hanno lasciato praticamente “le penne”, se non al 100%, almeno al 90%…
Allora, ritorno… quello che per me continua ad essere un motivo di riflessione è come mai dei giovani, dei ragazzi nati già sotto il fascismo, invece di rispondere alla regolare chiamata di un governo che, “volere o volare“, pur non essendo legittimo, nei confronti della popolazione era pur sempre “l’autorità”, invece di recarsi al distretto militare di Pinerolo, si sono recati al “distretto militare” del Bagnau o al distretto militare della Sea di Torre Pellice o, che so io, al distretto militare dell’Alta Val Luserna …
Questo è veramente un dato che fa riflettere un po’ sulla spontaneità della Resistenza. Ci sono varie discussioni se la Resistenza è stato solo un “movimento popolare” o no. Ci sono due correnti: uno lo spunto popolare e l’altro l’antifascismo che, in qualche modo, è riuscito ad innestarsi, a mantenere una qualche fiamma di riflessione o di ripensamento.

Domanda
Dove si trovava il comando?

Giordano
Un po’ dove poteva. Se vogliamo, diamo tre tagli alla Resistenza in Val Pellice. La 1^ parte si sviluppa tra il gennaio-febbraio del ’44 La 2^ parte dura per tutto il ’44. La 3^ parte: dal tardo autunno del ’44 alla fine. La 1^ parte è di formazione di questi nuclei; un comando era al Bagnau, intendendo per “comando”, il luogo dov’era il comandante con uno o due che tenevano quello che poteva essere “fureria”… Poi a Villar e a Bobbio Pellice, rioccupata dai nazifascisti la valle, il comando è ritornato “mobile”. Per quel che riguarda noi “Val Pellice”, il Comando era a Luserna San Giovanni, alla Bealera Peyrota, nella zona dove c’è il rifugio Carlo Alberto. Per la Val Germanasca, nella zona di Pramollo e poi in pianura. A ottobre-novembre parte nell’Astigiano…  Il comando era un po’ dove poteva… L’Intendenza, la Sussistenza, fissa nella zona di Campiglione… non fissa come recapiti… Uno dei posti più stabili in pianura è stata la Cascina dell’Airali a Castagnole: un po’ zona di “smistamento” tra Val Pellice e Astigiano.

Domanda
Quando dovevate spostarvi, chi vi avvertiva?

Giordano
Arrivava una staffetta che ci dava le indicazioni. Chiaro che non c’era né telegrafo, né telefono… Gli ordini scritti erano solo per particolari motivi di gravità. Gli scritti… Verba volant, scripta manent… Se ti prendevano con determinati ordini erano “dolori e guai” per te, ma “dolori e guai” per gli altri… tenete presente che ovviamente noi non avevamo caserme, posti fissi non avevamo… lì c’è la caserma, lì c’è… lì c’è… tutto mobile, relativamente mobile e clandestino.

Domanda
Qual era il ruolo di una staffetta?

Giordano
Naturalmente la staffetta è stata opera di ragazze, non solo di ragazze, ovviamente… Il ruolo di staffetta è sostanzialmente il ruolo di un porta ordini, di collegamento.
Quando siamo andati, non io, ma quando un gruppo è andato nell’Astigiano, è andata giù una ragazza con uno che conosceva la strada, ha imparato la strada e poi se li è accompagnati lì.
Il fatto di essere una ragazza faceva pensare meno che quello potesse essere un elemento della Resistenza. Non so se avete letto la poesia piemontese sulla staffetta. Se non l’avete letta, vi sgrido, perché è molto bella, umana, comprensibile. Tocca anche aspetti umani…
Le staffette avevano compiti particolarmente rischiosi, gravosi, delicati… Quando c’erano alle Nuove i detenuti compagni, opera della ragazza era stabilire contatti… C’erano staffette che avevano 14-15 anni, quindi ragazzini o ragazzine che passavano inosservati. Venivano usate le staffette anche per il giornale e per il trasporto armi.
Torre Pellice aveva un blocco… è rimasta bloccata da febbraio ’44 a settembre ’44… all’ingresso del paese e l’altro vicino all’ospedale. Qualche ragazza si è caricata le armi e le ha trasportate attraverso i posti di blocco. Ci voleva un bel coraggio! Non voglio parlare male delle ragazze, ma forse sanno “mascherare” di più di noi uomini, piuttosto “stupidi” che facciamo vedere quel che ci frulla nel cervelletto! … Non è, però, che importasse loro (n.d.r. ai nazifascisti) molto di uccidere una ragazza…
Il bando del mese di maggio (19 aprile ’44?), ha contribuito ad aumentare in modo enorme le formazioni partigiane. Ha dato vita a quello che è stato chiamato il “partigianato estivo”. Sono state richiamate tutte le classi, il ’26 compreso. E qui c’è stato il fuggi–fuggi in montagna, dilatando enormemente le formazioni e creando dei grossi problemi… Anche perché c’era la speranza, l’illusione che la guerra fosse quasi finita o dovesse finire in autunno… Questo ha caratterizzato tutte le formazioni, non è stato solo fenomeno della Val Pellice…
Rioccupazione del fondo valle, ripresa dell’assetto di guerra di posizione più che di guerriglia, grossi rastrellamenti, sfaldamento di una grossa parte delle formazioni… Naturalmente ha anche portato ad una certa classificazione… chi veramente l’ha voluto fare è rimasto, chi invece era ‘così–così’, si è dileguato, si è sistemato come ha potuto.

Domanda
Ha mai assistito a rastrellamenti?

Giordano
Visti? No, li ho presi, i rastrellamenti!.. Normalmente dividevamo i rastrellamenti in due: il rastrellamento vero e proprio e la “puntata”. Quest’ultima significava che arrivava una formazione o di fascisti, o di SS o di tedeschi… Mezza giornata, un giorno… e poi rientrava. Invece il rastrellamento durava 4-5-6-7-8 giorni … te lo dice la parola.
Grossi rastrellamenti nel periodo febbraio marzo che hanno portato in questa caserma il più grosso numero di partigiani prigionieri.
I partigiani, allora comunemente chiamati ‘ribelli’, avevano occupato la Val Germanasca fino a Perosa, la Val Pellice e Val di Luserna. Il grosso rastrellamento di marzo è stato contemporaneo in Val Germanasca, in Val Pellice e nel Vallone di Luserna. Cacciati dalla Val Germanasca, avevano tentato di rientrare in Val Pellice dal Col Giulian, ma sono stati in gran parte catturati; quelli della Val Pellice hanno fatto più o meno la stessa fine: si sono sbandati dopo 2 o 3 giorni di combattimento, quelli della Val Luserna, a parte il fatto di Pontevecchio, sono andati verso Bagnolo, alle cave, a Montoso…
Li hanno portati qua, in questa caserma. Sono stati picchiati, maltrattati, torturati… In modo particolare Emanuele Artom, che era un giovane ebreo di 22 o 23 anni, con due o tre lauree… una testa ‘particolarmente fine’ che è stato un po’ con i Garibaldini in quel di Bagnolo o di Barge e poi è venuto in Val Pellice. E’ stato preso, portato qui, torturato… ragazzo esile, dai tratti fini… Torturato, vestito malamente, lo hanno fatto salire su un mulo, su un asino… gli hanno fatto delle fotografie che poi hanno pubblicato su vari giornali tedeschi, lo hanno portato alle Nuove e poi… è morto in carcere… Il corpo non è mai più stato ritrovato, perché sepolto da partigiani poi mandati a Mauthausen e non più in grado, una volta ritornati, di ritrovare il luogo della sepoltura… nella zona di Stupinigi, forse.
Lo stesso discorso può valere per Lombardini e per tutti gli altri: una parte è finita a Fossoli e poi in Germania, una parte alle Nuove e poi… sono stati fucilati a Caluso e altrove.
Ci fu un altro rastrellamento ad agosto, più o meno con la stessa dinamica. La Val Germanasca ha tenuto, non si è sbandata; la formazione Val Pellice si è sbandata: in parte è andata in Francia, siamo rimasti 2 o 3 giorni in Francia… Non è che fossimo poi tanto ben accolti e ben visti… tutti i torti non li avevano e…. Poi siamo rientrati e la Val Luserna ha avuto più o meno lo stesso trattamento.
Poi ci sono state molte altre puntate a settembre… in Val d’Angrogna, a ottobre è stato catturato Peo Regis… Lì c’era una missione alleata, sono riusciti a fuggire, però hanno preso lui, la radio e …
Altre puntate mi pare che le abbiano fatte a ottobre… nell’autunno in Val Luserna, al Villar nella zona di Comba Liussa, anche lì in inverno.
In pianura la vita era un po’ diversa… in pianura, veramente, ti arrivavano sul collo, ma durava due o tre ore… Se ti andava bene, ti andava bene! Se ti andava male, disgrazia!
Arrivavano in paese, bloccavano il paese, in qualche posto andavano nelle cascine…, però… Sono stato in pianura da novembre (1944) alla fine… però la cosa era veloce: ti durava quella mezza giornata, una giornata… Se andava male… ciccia! Invece i rastrellamenti duravano!

Domanda
Dove potevate nascondervi?

Giordano
In un fienile, in una bealera, sotto un ponte.. era il momento, era la fortuna, era la presenza di spirito…

Domanda
Ci sono state molte distruzioni ai luoghi, alle case?

Giordano
Il vallone di Liussa (Villar Pellice) è stato bruciato completamente; Val Luserna non so quante; a Torre 120 o 130 case… solo 50 di abitazione e per lo più nella zona dell’Inverso; a Villar Pellice ne hanno bruciate non so quante; a Bobbio lo stesso. A Torre non case nel concentrico; a Luserna-Airali, dove c’è l’albergo del centro e la posta attuale. Nel centro a Torre niente, sull’ incrocio di Pralafera… hanno bruciato per la costiera di San Giovanni, su per andare ad Angrogna… hanno bruciato un po’ dappertutto e a volte non sai nemmeno con quale criterio abbiano bruciato una casa e non un’altra, che magari non c’entrava e non hanno bruciato quella che magari aveva qualche ‘titolo’ per essere bruciata…

Domanda
Chi erano i mongoli che ci risultano particolarmente feroci?

Giordano
Sono degli Ucraini arruolati come SS dai Tedeschi ma… erano tutti cattivi, allo stesso modo. E quelli, sono quelli di Luserna… c’è stata una diserzione… sono quelli che… nella Carnia e nel Friuli sono arrivati i Cosacchi e alla fine della guerra li hanno fatti fuori tutti…

Domanda
Perché questo nome?

Giordano
Forse perché non eravamo molto forti in geografia… li chiamavamo così… in realtà erano Ucraini.
Il rastrellamento di marzo del 1944 è stato opera delle SS italiane dalla Germania acquartierate ad Airali, Torre e Pinerolo e giunte appositamente in Piemonte. Ad Angrogna non si sono mai acquartierate e non lo facevano mai di notte; rientravano sempre…
Il rastrellamento di agosto è iniziato dal fondo valle con autoblindo e truppe appiedate…
Vi ho tolto qualche ombra o vi ho portato altre ombre? La storia per date… non è il caso. Chiedete voi!

Domanda
Se dovesse parlare con qualcuno dei sentieri partigiani in Val d’Angrogna, da dove partirebbe?

Giordano
Siamo sinceri! I sentieri partigiani in Val d’Angrogna è una gran bella cosa… io direi, sentieri della Val d’Angrogna, perché non è che fossero dei sentieri particolari, erano i sentieri battuti regolarmente da tutti. Qualche sentiero magari meno battuto che qualcuno conosceva, ce lo faceva battere…
Il progetto mi pare che parta da San Michele di Bricherasio, salga verso la Tagliarea (dove c’è la Cuccia e Terra Nera, dove c’era un’infermeria partigiana, vicino ai Pons). Vogliono passare al Colletto, dove sono stati fucilati due partigiani: uno è morto, ma l’altro no. Poi alle Porte di Angrogna, Rognosa, tagliare a metà montagna, la Vaccera, il Bagnau, la Barma e Pra del Torno… Quello è il tracciato partigiano… Scendere a fondo valle, risalire a Serre Malan, la Sea, la Gardetta, Villar e Pian Pra…
Un altro percorso da Montoso a Bobbio. Quando la Val Pellice è stata bloccata da giugno, i viveri non arrivavano più. La popolazione civile si arrangiava. La formazione operante in Val Pellice ha fatto diverse corvées di muli che partivano da Bobbio, risalivano a Rorà fino a Montoso, dove arrivavano, forniti dall’intendenza, i viveri requisiti in pianura: farina, o cosa diavolo fosse, caricata sui muli condotti dai relativi proprietari valligiani, scortati ovviamente da un gruppo armato. Rifacevano tutta la montagna e portavano a Bobbio Pellice il tutto… Facevano un lungo, lungo viaggio… Era una corvée di 20-30 muli con una scorta armata di 10-20 uomini…

[fine]