Il 10 giugno del 1944 i partigiani garibaldini e i partigiani GL occuparono la Val Varaita da Venasca al confine con la Francia, dando vita alla “Repubblica partigiana della Valle Varaita” che durò 71 giorni.

Al comando di Mario Morbiducci, “Medici”, i garibaldini organizzati nella XV Brigata d’Assalto “Saluzzo” dell’XI Divisione “Cuneo”, tornavano in Val Varaita dopo un duro rastrellamento che li aveva costretti a trovare scampo nella vicina Valle Gilba, mentre al confine con la val Maira, nella zona di Elva, prendeva quartiere la brigata “Rolando Besana” della II Divisione Giustizia e Libertà comandata da Giorgio Bocca, con qualche intento di “colonizzazione” politica.

La presa di contatto tra i due comandi fu inizialmente segnata dalla diffidenza e dalla riserva: i garibaldini consideravano i giellisti degli intrusi, mentre i giellisti li consideravano deboli e disordinati, forse non del tutto a torto dato che le formazioni andavano riorganizzandosi dopo il rastrellamento.

Ben presto però i due comandanti e i rispettivi commissari politici strinsero rapporti amichevoli e di stima e le formazioni governarono insieme la “Repubblica” ed insieme sostennero lo sforzo per arginare la risposta nazifascista.

Sulla coesistenza in uno stesso territorio di formazioni partigiane di diverso orientamento politico, Giorgio Bocca ha scritto nell’aprile del 1964 una pagina di grande lucidità; la troviamo in “Combattere in Varaita”, che fa parte de “La Resistenza nel Saluzzese”, il volume di autori vari voluto da Manlio Andreis per il 20° anniversario della Resistenza.

Quanto ha scritto Bocca aiuta a capire la non facile coesistenza tra i garibaldini della val Luserna e le formazioni GL della Val Pellice e Angrogna.

 

Sotto: Casteldelfino, 26 aprile 1945. Partigiani GL e garibaldini in posa alla Liberazione. In piedi, al centro, si riconosce Felice Pollano (Elio), comandante della 181ª Brigata Garibaldi. Da metarchivi.it