Non hanno ancora compiuto 20 anni, Franco Pasquet e Giulio Giordano, quando assaporando il piacere di andare in giro per la Torino dei primi giorni di Liberazione decidono di meritare un ritratto nello studio più prestigioso della città, quello di Felice Bertazzini, in Piazza Carlo Felice 25. Sanno di meritarselo, loro che a quella Liberazione hanno concorso “pianurizzando” dalla Val Pellice con la loro V Div GL.
Per il ritratto sfoggiano divise immacolate fornite dallo studio, (ci viene altrimenti difficile immaginare che “Francis” Franco Pasquet giri per Torino ai primi di maggio in tuta mimetica invernale da montagna…), ed esibiscono la sicurezza e la serenità di chi ha compiuto la sua opera ed è in pace con la sua coscienza. Qualcosa che ci resta sconosciuto richiama il loro sguardo in un punto lontano davanti a loro ma è qualcosa che non provoca quelle apprensioni che devono aver segnato quasi due anni di guerra partigiana.
Nonostante la severità della posa e la consapevolezza che esprimono, che anzi esibiscono con un certo orgoglio, gli resta loro malgrado un’aria da bambini che il fotografo non ha voluto ritoccare, che al contrario ha forse voluto esaltare. “Dui bocia”, direbbe un partigiano con un minimo di anzianità di servizio.
Bertazzini, il fotografo, ha fatto indubbiamente un buon lavoro, il ritratto sembra un fotogramma di “Casablanca”; Giulio e Francis ne sono ben contenti, vi si riconoscono. Ancora oggi Giulio lo espone in bella vista nell’ingresso di casa, in una composizione che ha creato mettendogli a fianco un’altra fotografia che lo ritrae in una delle tante manifestazioni ufficiali che fanno la sua ormai lunga vecchiaia di partigiano: “Ieri e oggi”, ha intitolato la composizione, forse con un po’ di malinconia senile.
Oggi, a più di 79 anni di distanza da quel giorno, alla vigilia del suo novantanovesimo compleanno, Giulio racconta che il ritratto costò a lui e a Francis tutto ciò che avevano in tasca. Ma vuoi mettere!?