Estratto dal n° 6D della serie di 12 Quaderni multimediale sulla Resistenza – Scuola e Territorio
Ricerca triennale delle classi
a.s. 1997-’98: 1^ B/IGEA e 5^ B/PNI
a.s. 1998-’99: 1^ A/IGEA e 4^ A/Op.Tur.
a.s. 1999-2000: 2^ A/IGEA e 5^ A/Op.Tur.
dell’Istituto Tecnico Statale Commerciale e Professionale per il Turismo “L. B. ALBERTI” di Luserna S. G. e Torre Pellice
Coordinata dai Proff. Luigi Bianchi e Marisa Falco

Qui il sito originario
Qui abbiamo raccontato la storia dei Quaderni

Leggi il testo qui di seguito o vai all’opuscolo originale.

Partigiani d’alta valle

Incontro con Abele Bertinat, Mario Boschetto, Giovanni Michelin, Giovanni Negrin presso la Sala Consiliare di Bobbio
– Moderatore il Sindaco di Bobbio Aldo Charbonnier
– Intervistatori: Bianchi L. e Falco M. dell’Alberti

(24 ottobre 1998)

N.B. => La scelta del Sindaco Charbonnier è ‘ideale’, in quanto amico dei partigiani presenti e buon conoscitore della zona e delle sue vicende storico-politiche.

Domanda
Quello che ci preme è raccontare alla gente, attraverso i protagonisti, quello che è accaduto e dirlo con semplicità, affinché la gente legga e capisca. Pensate sia giusto?

Boschetto
Il problema per noi sono le date! Però mi ricordo che al primo attacco alla caserma eravamo quattro gatti… sarà stato metà dicembre. Eravamo tre o quattro di Villar Pellice e siamo venuti su per scopo intimidatorio con i fascisti che c’erano. Era notte, buio, scuro. Venivamo su e, vicino alla Villa Carrera… (n.d.r. Charbonnier precisa che si tratta della prima casa sotto la Cooperativa di Bobbio) sentiamo camminare, un passo svelto. Credevamo fossero altri partigiani. Allora diciamo: “Chi va là?”, gli altri rispondono: “Milizia!!”. Allora lì è stato il pandemonio… Bombe a mano, colpi di moschetto e poi… cosa vuoi fare? I quattro gatti che eravamo noi, che cosa potevamo fare? Abbiamo girato i tacchi e siamo tornati indietro. La prima volta, me lo ricordo, è stato per andare contro la caserma. Quello ricordo.

Abele
Quello è un avvenimento. Però forse a loro interessa di più sapere perché a Villar non c’è mai stata una squadra molto compatta.

Boschetto
Nei primi tempi a Villar Pellice c’ero io con una squadra di 15-16. Sono stato fino al mese di agosto 1944… Dato che io non ero di questo paese… Sono veneto. Qualcuno ha detto: “Ma come? Ci facciamo comandare da uno che viene da fuori paese?” Infatti sono andato via dalla squadra e sono venuto ai Payant. Istruttore io e coso… come si chiama? Aiutami a dire…Ah, sì, Gayot! Istruttore delle reclute che arrivavano. Ho passato diversi mesi così…

Domanda
Ai Payant c’era già un gruppo costituito?

Abele
Ma poi si è sfasciato.

Boschetto
Abbiamo dato il primo attacco alla caserma, ricordi Abele?

Abele
Sì, ricordo…

Negrin
Era il 2 dicembre!

Boschetto
E’ però andato male. Per il motivo che io ero già dentro la cinta della caserma. Da sopra tiravano bombe a mano e quel che capitava… erano i fascisti da sopra e nel mentre vediamo le traccianti che passano sulla testa. Arrivano i tedeschi dal ponte di Subiasco. Allora…pssst… abbiamo dovuto di nuovo andarcene!!! E’ passato del tempo, prima che potessimo di nuovo ritentare.

Negrin
E’ stato poi a febbraio.

Domanda
In assalti di quel tipo, vi procuravate le armi? Ne avevate già?

Michelin
Ce le procuravamo dove capitava… Comunque prevalentemente alle polveriere. Tutte le sere si faceva… la corvée!

Domanda
I gruppi di Bobbio erano molto ben armati. Distribuivate le armi anche agli altri?

Abele
Non sapevamo… All’inizio non sapevamo nemmeno orizzontarci. Le abbiamo nascoste. Armi e munizioni.

Domanda
Gli altri gruppi ve le chiedevano?

Abele
Mica tanto! Noi di qua siamo andati a cercare le armi vicino al colle delle Traversette.

Boschetto
Sopra il Lago Nero. C’erano mitragliatrici… un po’ di tutto. Ho persino trovato un cannoncino, M 7515, ma… non si poteva mica portare via!

Abele
Quando abbiamo fatto il colpo alla polveriera, qua, ci siamo riforniti di quel che ci serviva. Abbiamo recuperato in quella notte 300.000 colpi di mitragliatrice…

Boschetto
Poi sono arrivati i fascisti che ci hanno puntato contro un mortaio 81. E’ stato quello che ci ha fatto prendere la caserma…

Domanda
La vostra scelta come è maturata?

Abele
Ero militare. Ero a La Spezia e sono arrivato a fine settembre. Mi sono fatto tutte le montagne a piedi e sono venuto qua. Non sapevamo che cosa poteva succedere. Ero con la Divisione Alpi Graie. Sono arrivato qua. Avevo già un fratello armato che aveva già preso le armi anche per me… Ci siamo preoccupati di raccogliere armi e munizioni. Ecco. Non si sapeva niente della guerra partigiana, proprio niente! Qui c’era un distaccamento di Milizia, circa 40 uomini. Abbiamo incominciato a radunarci noi e ci siamo chiesti: “Cosa facciamo? Cosa facciamo?” La Milizia incominciava a chiedere documenti. C’erano delle classi che erano già state richiamate e non avevano voglia di presentarsi ed allora abbiamo organizzato il campo lassù, al Serre di Sarsenà.

Charbonnier
Sarebbe magari opportuno, anche se sei già vecchio… stabilire di che anno sei…

Abele
Sono del 1919…

Charbonnier
Lui era qui come attendente di Serafino, che faceva un corso; Gay, ‘Gayot’, era qui perché ferito.

Abele
Il primo contatto l’abbiamo avuto con l’avvocato Serafino della Val Chisone che era qui per fare un corso. A quel tempo aveva ancora le idee monarchiche ed aveva ancora il vincolo del giuramento… Il giuramento l’avevo abbandonato a La Spezia… e mi sono arrangiato io… Abbiamo incominciato a radunarci noi. Poi sono arrivati padri di famiglia da me. Io avevo già tre anni di guerra alle spalle ed i padri mi chiedevano di portare via i figli. In un secondo tempo si sono uniti a noi dei militari sbandati.

Charbonnier
Qui erano tutti locali. Non si è presentato quasi nessuno alla chiamata…

Abele
Eravamo tutti di noi. Eravamo una ventina in banda. Molti stavano a casa tranquilli… Quelli che erano più vicini alle brigate nere erano costretti a scappare. Poi ci siamo collegati con i compagni di Villar e con Torre. Ho avuto contatti con Roberto Malan e Renato Poet… le squadre sono uscite così… Alla Sea c’era Pot (Ronfetto)… Ma quello è sui libri…

Boschetto
Io ero già partigiano nel Veneto. Sono arrivato qui a novembre. Sono del ’21. Il 4 gennaio del ’40, mi hanno mandato al fronte contro la Jugoslavia. A quei tempi si andava tutti contro la Jugoslavia. Non avevo nemmeno fatto il giuramento… Ho combattuto 30 mesi nei Balcani, da un angolo all’altro: la Slovenia, la Dalmazia, il Montenegro… All’8 settembre, quando c’è stato l’armistizio ed è caduto il fascismo, siamo rientrati in Italia per combattere gli anglo-americani, che arrivavano nel Meridione. A Roma ci hanno fermati fino all’11 contro i tedeschi. Ci hanno fatti prigionieri, tutto il battaglione, e poi caricati in treno e fuori Roma, io ed un mio collega di Belluno ci siamo detti: “In Germania non ci andiamo!”. Siamo saltati giù dal treno in corsa, in una curva, e siamo rotolati giù tra i cespugli. C’era scorta davanti e dietro, ma non ci hanno visti. Mi sono salvato così! Da Roma sono venuto a piedi fino a Treviso: ho camminato 15 giorni! Sono stato due o tre mesi tra i partigiani, ma non c’erano armi, eravamo collegati, ma non disponevamo di niente… Mia sorella, che si trovava qui a Villar Pellice, mi ha scritto dicendo che mi avrebbe mandato un lasciapassare falsificato del direttore della fabbrica Crumière, Aldo Frasche. Ho ricevuto il documento, ho preso il treno e sono arrivato qui. In treno nessuno mi ha chiesto niente. Tutto bene.

Domanda
Esisteva la paura che ci fossero ritorsioni contro i parenti?

Boschetto
Sì, paura della rappresaglia c’era, però era forte l’idea di battersi contro i tedeschi!

Abele
Le brigate nere hanno sempre avuto la convinzione che i partigiani che li molestavano venissero da fuori. Dopo l’attacco alla caserma abbiamo stabilito collegamenti con i partigiani francesi. Attraverso il colle della Croce ed Urina mi incontrai due volte con il capitano Woehrle (capo gendarmeria francese). Anche Prearo si è incontrato con i francesi per stabilire che in caso di bisogno ci sarebbe stata possibilità di passaggio per entrambe le parti. Il capo della gendarmeria francese faceva il doppio gioco e voleva il mantenimento del segreto per salvaguardarsi dalle ritorsioni dei tedeschi di stanza ad Abriès. Abbiamo ancora oggi contatti con La Monta…

Charbonnier
In Francia il senso di unità tra partigiani, deportati ed internati non è sentito. Qui da noi sì. Erano pochi a Ristolas i partigiani veri e propri… Erano proprio pochi nella parte alta…

Abele
Là erano clandestini e facevano sabotaggio. Hanno lasciato molti morti sul campo.

Negrin
Dopo il 2 febbraio c’era Italia Libera ed io e Rostagnol abbiamo incontrato un capitano della missione alleata al colle dell’Urina per prendere una ricetrasmittente. Abbiamo fatto la Capanna Marconi. Io e Michelin avevamo contatti con gli alleati per i lanci, che si dovevano fare al Pra…

Abele
Bisognava vedere al Pra… Al primo lancio, credevamo fossero paracadutisti, tutti lì con il mitra… invece sentivamo a terra pum… pum… pum… e un paracadute ha preso fuoco… Abbiamo capito che erano rifornimenti di armi.

Negrin
Mi avete mandato al colle della Croce. Arrivo e… pum, pum…Ci lanciavano un po’ di tutto!

Abele
Si mandava gente al colle della Croce per difesa, nel caso i tedeschi di Francia fossero risaliti e penetrati in Italia. Durante il rastrellamento di agosto, molti della bassa valle sono risaliti verso la Francia.

Charbonnier
Molti hanno dovuto ‘tagliare la corda’.

Michelin
Nel mese d’Agosto siamo stati a Cucuruc…Mancavano due e sono stati circondati… Siamo passati a Pertusel e abbiamo ripiegato su Meinet verso Subiasco. C’era Prearo e mi hanno dato un bigliettino dicendo di ‘mangiarlo’, se fossi stato catturato… Tutto bruciato… Dovevamo ripiegare su Bobbio… Ho trovato uno che pascolava le mucche e ho chiesto dove era Gayot. Era già andato oltre. Scappavamo ed eravamo un po’ sbandati. Ho trovato qualcuno che mi ha dato una pagnottina e un pezzetto di carne… grosso così… piccolo! Siamo arrivati al Chiotas e abbiamo mangiato minestra e patate. Il Chiotas è vicino all’Aguglia…

Charbonnier
E’ un contrafforte roccioso fronteggiato dalla Barma d’Aut.

Boschetto
Arrivavano a Villar i fascisti. Sono risalito al Pertusel… non c’era più nessuno. Ho trovato ancora la marmitta che bolliva, ma non c’era più nessuno…

Charbonnier
Nella ‘Guerra di Bastian’ si parla di azione per alleggerire la Chisone… compare anche in ‘Nachtigall: operazione usignolo’… Bibiana con la banda di Petralia…

Michelin
La mia casa bruciava. Sentivo i travi che crollavano. Avevamo tutto alle grange ed era la borgata dei Sarsenà. Avevano preso tutte le vacche del Pra. Ci siamo spostati e abbiamo visto bruciare delle case di Malpertus… Le case, in mezzo ai castagni…

Abele
Dopo il rastrellamento di agosto hanno bruciato la mia casa, è stata bruciata perché mio fratello Emilio è stato sorpreso da una pattuglia di tedeschi e vi è stato un conflitto a fuoco.

Negrin
Dopo il rastrellamento di agosto cinque o seicento tedeschi sono passati nel vallone di Cruello, poi sono andati a Prali…

Charbonnier
Per attaccare la Germanasca alle spalle, attraverso la zona dei Tredici Laghi.

Abele
Ci sono episodi non scritti sui libri, credo. Dopo lo sbarco in Normandia, abbiamo passato il Bucìe per compiere la missione presso gli americani in Francia. Abbiamo trovato i partigiani francesi e poi gli americani.

Charbonnier
I collegamenti con le missioni americane avvenivano saltuariamente o erano abituali… Il CLN teneva collegamenti con gli americani.

Abele
Gayot, Garnier, Melli nell’autunno del ’44 andavano per trovare gli americani che davano documenti sigillati che dovevano essere distribuiti. Avevo un passaporto, una specie di lettera in cui si diceva che dovevo essere portato dagli americani… Ho perso tutti quei documenti… anche un diario… peccato! Queste cose hanno dormito troppi anni. Il primo che ha messo giù quattro righe è stato Prearo, e poi basta…

Charbonnier
E’ stato fatto subito. Manca l’analisi storica dei fatti, la sintesi, ma è un testo aderente alla realtà. Perché, da quel momento in poi…

Abele
I primi contatti con il Capun li ho avuti alla Bodeina. Non ricordo perché è stato fatto comandante. Prearo ha lavorato molto: era comandante al Pra… Era un soldato della GAF che si è fermato con noi. Chissà perché il Villar non funzionava? Come noi: i nostri comandi e tanta gente chiedono: “Perché non andavi d’accordo con Gayot?” Non ho mai avuto niente da dire contro di lui, ma c’erano delle cose che si facevano che a me non piacevano. Le dicevo… Nella lotta partigiana, però, siamo sempre andati d’accordo.

Boschetto
Io di guerra partigiana, con i miei trenta mesi nei Balcani, ne sapevo qualche cosa…

Abele
Siamo saliti al Pra quando avevamo contatti per i lanci con gli americani. Lassù è rimasto un centro di reclutamento, noi avevamo altri compiti e siamo scesi…

Domanda
Quali erano i punti nei quali eravate dislocati?

Abele
Come squadra di Bobbio il nostro centro era Serre di Sarsenà e poi dipendeva dai rastrellamenti… A Villar, Pertusel e Bodeina… anche La Vigna… Avevamo un vantaggio che qui conoscevamo tutti gli abitanti: si sapeva quello che era da scartare e quello che appoggiava. C’erano delle famiglie… poverini… Prendiamo i Gonnet del Bessé: famiglia di padre, madre, con sette o otto figli… tutti i partigiani che passavano lì… una minestra c’era… Bisognerebbe fare un monumento a quella gente lì…

Negrin
Ricordi, Abele, quando siamo andati in Val d’Angrogna, alle Porte, nell’autunno del ’44…

Abele
Non ricordo certe cose… quello che ricordo è che ho camminato per diciotto mesi… una pagnotta quando c’era… e via!

Domanda
Avevate rapporti con l’Intendenza?

Abel
Bisognava mangiare… Noi qui avevamo le famiglie, ma c’era gente che non aveva nessuno e bisognava dargli da mangiare. Allora è venuta fuori l’intendenza. C’erano squadre in pianura che ‘racimolavano’ viveri e li mandavano su. Noi si partiva dal Serre e si scendeva giù alla Bodeina e si andava fino al Ciarmìs per caricarci…

Domanda
Avevate rapporti con Montoso? Conosciamo una storia di muli…

Michelin
Andavamo giù a Pra del Torno per prendere un po’ da mangiare. C’era un sacco di farina e due scatoloni ‘così’, davvero grandi, di marmellata. Dovevamo caricare tutto sul mulo. Da Sarsenà bisognava andare al ‘colle del marmo’: non c’è strada, né niente. Passano solo capre. Allora, noi e il mulo passiamo per una strada nella pietra, larga dieci centimetri… Ero davanti con il mulo e gli altri (la squadra di Gayot) lo tenevano con le corde, perché non cadesse… Arrivati sul colle del marmo troviamo di là la neve… Era gelata… C’era un metro e mezzo di neve lassù. Era novembre. Cosa fare? Il mulo non si teneva in piedi… io nemmeno. Mi sono attaccato alle briglie del mulo… e giù fino al Chiot… Il mulo ha appoggiato il culo giù e… arrivato in fondo, quel povero animale… sanguinava tutto, perché la neve era gelata… Siamo andati a Pra del Torno a caricare. Ma il mulo non ce la faceva a risalire, così abbiamo portato la roba in spalla poco per volta, fino in cima…

Charbonnier
Il colle del marmo è sopra il Caugis e poi c’è una strada in piano verso punta Cournour, poi una cava di marmo.

Abele
C’era qualcuno che ti proteggeva… Eravamo sopra Bricherasio, in un casolare, sentiamo schioppettate… Tedeschi sotto! Zaino in spalla, allora… Passiamo a Pra del Torno e poi verso le grange dove dici tu… nevicava, nevicava… Ci scostiamo dalla strada per ripararci sotto delle rocce e riposarci un po’… E’ passata un’intera compagnia di tedeschi! Non ci siamo incontrati. C’era un nebbione… Nevicava, nevicava…

Michelin
Una sera, con taniche di nafta, siamo andati al Bagnau per fare segnali per i lanci, ma quel lancio è andato a finire a Campiglione… Noi eravamo lassù con i nostri segnali ‘ad elle’ e facevamo segnali… Ma giù c’erano i fascisti: anche loro hanno fatto segnali ‘ad elle’… Così il lancio è finito nelle loro mani. Noi abbiamo fatto fatica a portare da Sarsenà fino al Bagnau le taniche… e loro hanno preso il lancio!

Domanda
E’ come quella volta con Petralia?

Charbonnier
No. Questa la raccontano meno volentieri… i fascisti li hanno fatti ‘fessi’…

Domanda
Come vedevate l’Intendenza e la realtà dei partigiani in pianura? La sentivate vicina a voi?

Abele
Era molto più difficile che noi qua. Si spostavano frequentemente per non essere scoperti. Qua in montagna non abbiamo mai avuto contatti. Altre squadre provvedevano.

Michelin
Una volta hanno portato su una mucca vecchia e magra… Dovevano macellarla e Gayot aveva fatto un po’ il macellaio… Ci siamo messi tutti a farlo… Gayot ha detto che ci avrebbe pensato lui… Avevamo un’accetta così così… Il primo colpo che ha dato sulla testa… l’accetta è volata da una parte e il manico dall’altra… La mucca la tenevamo per le corna e non la lasciavamo andare, ma prima che lui avesse raccolto l’accetta e l’avesse rimessa insieme… la mucca ‘sgambettava’… Mi dice: “Prendi un coltello… Taglia lì nel collo…”. Anni dopo una volta a Bricherasio il fulmine ha fulminato due mucche e io, che avevo esperienza, sono intervenuto subito… Quella volta, con Gayot, ci siamo divisi un quarto di qua, un quarto di là… agli altri gruppi… Una sera siamo venuti a prendere la farina ai Cognetti, all’Inverso di Villar, e poi siamo andati su e abbiamo fatto il pane… C’era anche un po’ di parmigiano fresco… Era buono, qualcosa di speciale quel pane fresco e quel parmigiano… La mattina sono arrivati quaranta fascisti che stavano facendo il rastrellamento… Li vediamo passare poco lontano, a cento metri. Noi stavamo tornando a rifornirci. Lassù erano rimasti in due… Li hanno visti arrivare e hanno nascosto le armi sotto le fascine e sono andati nel torrente…

Domanda
Come era il rapporto con le canzoni? Ci hanno detto che Negrin…

Negrin
Sì, è vero. Quando eravamo nascosti in un buco, lì a Balangì. Vidi spuntar tra gli alberi, la bianca mia casetta, la milizia sulla porta che cerca e che mi aspetta. Milizia traditora non starmi ad aspettare, tanto dal buco mio…

Charbonnier
Quella del ‘buco’ è nota, ma c’è un’altra canzone… Ognuno di loro aveva un suo pezzo…

Abele
Non ho voce, altrimenti ve la canterei, ma… A Villar avevano fatto la canzone sui fratelli Bertinat… I fratelli Bertinat, i scapava come matt… A passare giornate chiusi in un buco… Una volta, a uno è stata caricata la pipa di polvere da sparo… e allora… Boom!… Oltre il partigianato, avevamo anche il compito di fare le guardie forestali, perché qui si tagliava legna a tutto andare… Avevamo pattuglie che controllavano, per evitare il disboscamento… Si erano fatte anche le giunte comunali clandestine…

Charbonnier
Ti ricordi, Abele, quando avete fatto la prima qui?

Abele
Mi ricordo che ci avevano invitati su al Podio. Sono andate in funzione subito… i podestà volevano fare cosa volevano loro… poi quel Bonjour è rimasto sindaco per molti anni…

Charbonnier
Era maresciallo dei carabinieri.

Abele
A Villar avevamo fatto David ‘La Vidua’…

Domanda
Avevate nomi di battaglia?

Abele
Io no. Forse pensavano che il mio nome, Abele, fosse un nome di battaglia…Più che altro erano diminutivi… Molti credono che il gruppo, perché era lassù, fosse autonomo, ma avevamo un comando, solo che era segreto e non veniva ‘spifferato’ in giro… C’era un collegamento con il CLN di Torino; ci arrivavano degli ordini…

Michelin
Siamo andati al Bagnau… dall’altra parte di Angrogna. Siamo saliti a Serre Malan… Siamo arrivati alle nove di mattina. Ero con il mio mulo e arrivo in un punto dove mi sento mancare i piedi… Mi tengo al mulo e mi sostiene con le briglie…

Abele
Mi ricordo quando siamo venuti a parlamentare, Prearo ed io, in quella stanza lì, piena di SS. Noi due ‘imputati’ seduti lì, a interrogarci. Prearo, che era abbastanza ‘filibustiere’, subito ha sottolineato che non volevamo essere interrogati, ma volevamo trattare. Prearo, a un certo punto, mi ha detto: “Hai visto quelle piante? Sono nostre!”

Charbonnier
Perché eravate venuti a trattare?

Abele
E’ stato il rastrellamento di marzo. Minacciavano a ferro e a fuoco la valle… Siamo venuti a ‘parlamentare’: abbiamo trattato la resa, ma, quando siamo stati fuori… Venite a cercarci!!! Ci hanno chiesto: “Cosa fate in montagna?” C’era un interprete. “Facciamo la guerra ai fascisti”. “Come fate a fare la guerra ai fascisti stando in montagna?” “Andate in Germania, allora noi scendiamo! Oppure garantiteci che non ci fate niente…” Parlavano della guerra: “Intanto noi la vinciamo”, ma Prearo diceva: “NO, l’avete già persa!…” Alla fine ci hanno dato un giorno per decidere. Ho risposto che era impossibile perché avevamo una squadra su ogni montagna e ci volevano alcuni giorni. Ci hanno dato tre giorni di tempo, durante i quali abbiamo trasferito tutte le squadre… Per me che l’ho vissuta è stata una giornata… Tutte quelle SS sulle scale… Quando siamo arrivati in piazza, ci aspettavamo Hansen, che però non c’era… Lì abbiamo avuto paura.

Charbonnier
Hansen era un personaggio ‘discusso’… Cosa ne pensate voi? Sembrava non voler fare la guerra…

Abele
Prearo ed io avevamo già parlamentato una volta con Hansen all’albergo Flora (Oggi Bar 1990), avevamo combinato un pranzo. In disparte ci ha sussurrato: “Come vi capisco!”…

Charbonnier
Jervis nel suo carteggio ne ha fornito un’immagine diversa, di persona ostile…

Abele
Non si è mosso per molto tempo da Torre. C’era il blocco a Santa Margherita…

Negrin
Dal 25 marzo fino ad agosto c’è stata Italia Libera…

Domanda
Avete fatto ‘vendetta’ dopo il 25 Aprile?

Abele
Qui sarà l’unico paese dove non ci sono stati né morti politici, né vendette…Ci sono state solo azioni di guerra…

Charbonnier
Non so se vogliono parlarne… C’è stata una trentina di internati… Non è mai corso buon sangue tra loro e i partigiani…

Abele
Non abbiamo mai capito il perché…

Michelin
Forse perché noi eravamo qui, a casa, come signori; mentre loro erano in Germania prigionieri…

Negrin
Noi siamo stati ‘ribelli’…

Charbonnier
Quando c’è una guerra in un paese, ci sono inevitabilmente degli asti…

Negrin
Io sono entrato nei partigiani perché conoscevo Abele… Al mese di dicembre ’43, quando è arrivata la cartolina di precetto della leva del ’23…

Domanda
Dopo la Resistenza, come avreste voluto fosse la situazione? Voi avete fatto delle scelte per le quali rifiutavate certe condizioni, il mondo che è venuto fuori dopo vi ha soddisfatti oppure no?

Abele
Dopo la Resistenza, c’era un gran pasticcio. Noi come partigiani grandi teste ‘luminari’ non ne avevamo… In montagna, poi… Prearo sarà stato l’unico che aveva un certo titolo di studio… era in gamba!

Michelin
Noi dicevamo: “Se salviamo la pelle, non ci lamentiamo più!”

Abele
Finita la guerra, siamo rimasti un po’ allo sbando… Cambio di vita! Io sono stato fortunato, perché ho trovato subito lavoro… Era sfollato il giornalista Casalbore, che mi portava notizie da Torino… Mi aveva promesso un posto di lavoro, finita la guerra… Sono andato alla Gazzetta del Popolo come fattorino.

Charbonnier
Qualcuno diceva: “Sei vivo, perché piangi? Non ci capiterà più nella vita di essere qualcuno…”

Domanda
Come avete vissuto nel dopo la perdita del potere, delle armi, del vostro ruolo di protagonisti?

Charbonnier
Forse questo è stato sentito più a Torre e a Luserna…

Abele
Funzionavano bene i sindacati che difendevano i diritti degli ex partigiani.

Charbonnier
Cosa è successo al 25 Aprile con i francesi?

Abele
Li abbiamo fermati, perché volevano scendere contro Torre… Abbiamo fatto degli errori, ad esempio il concentramento al Pra… Come gruppi diversi eravamo meno individuabili, più facilmente spostabili…

Domanda
Cosa ci dite del rapporto con il Montoso e con i garibaldini?

Abele
Sono sceso a Torre, ho detto loro che c’eravamo noi GL… e loro se ne sono stati fermi.

Charbonnier
Non bisogna però dimenticare il diverso modo di intendere l’organizzazione ed anche la disciplina che, presso i garibaldini, era maggiore…

Abele
Non ricordo chi avevo incontrato. Bisognava stare attenti. E’ capitato che cercassero di scendere dai Carbonieri e noi li abbiamo fatti tornare indietro.

Domanda
Avete stabilito dei rapporti di ‘non belligeranza’ con Barbato?

Abele
Devo dire che ho parlato una volta sola con Barbato, verso il Montoso. Poi non l’ho più visto… anche a guerra finita. Dopo cinquant’anni, lo vedo al Bagnau e mi dice: “Sei Abele?”

Charbonnier
Nel dopoguerra, la celebrazione di Pontevecchio poteva ritenersi un raduno garibaldino, decisamente comunista. Poi si è mutata in una celebrazione ‘troppo di regime’.

Abele
Barbato era una persona intelligente, ma… comunismo, e basta!

Charbonnier
I garibaldini avevano chiare idee politiche perciò erano più organizzati ed inquadrati. Barbato era simpatico e convinto.

Abele
Bobbio ha avuto un vantaggio: era l’ultimo paesino di valle. Quando attaccavamo, andavamo a Torre e colpivamo. Poi ci ritiravamo e potevamo sganciarci. Abbiamo anche fatto errori. Il primo è stato l’attacco alla caserma di Bobbio: noi abbiamo fatto il nostro compito, ma il gran comando si è fatto catturare, perché è arrivato in macchina. Chiambretto, Paltrinieri… da Torre… Noi eravamo di ‘fuori valle’, loro erano dei ragazzini e…

Charbonnier
Come è andata quando avete preso la caserma?

Boschetto
C’è stato lo scambio ai Teynaud con alcuni ostaggi.

Domanda
Quali altri errori avete fatto?

Abele
Era facile errare. Eravamo disorganizzati… Un errore è stato il concentramento al Pra.

Negrin
Questo errore era giustificato dalla convinzione che la guerra sarebbe finita presto, a luglio o ad agosto. Passavano apparecchi americani che lanciavano manifesti che dicevano che la guerra sarebbe finita in breve tempo. Si pensava che radunando tutti quelli che non volevano stare con i fascisti o che scappavano…

Abele
Un altro errore è stato Villa Principe. E’ un errore di Prearo. Nessuno avrebbe dovuto sapere dov’era il comando. Che clandestini eravamo? C’era gente che andava e veniva… Ho fatto anch’io un errore: mi sono assunto responsabilità che non ero capace ad assolvere. Mancava la gente. Tutto lì. Mancavano i ‘cervelloni’ che non c’erano.

Domanda
Avrà avuto però il buon senso…

Abele

Non basta. Eravamo una forza non indifferente, ben armati. Ci vediamo arrivare di fronte un esercito. Non siamo neanche capaci a ferirne uno…

Negrin
Avevamo paura però delle rappresaglie…

Abele
Niente, quel giorno non ha funzionato niente!Il giorno del rastrellamento di agosto. Le squadre si sono disperse per le montagne.

Charbonnier
Contrasti fra comandanti…

Abele
L’errore è stato di voler andare contro un esercito ben armato. Con un fucile, cosa fai contro un carro armato?

Negrin
Si dovevano fare attacchi rapidi e poi… via… Non avere l’idea di andare giù a Bricherasio.

Abele
Se devo andare a Bricherasio per vie traverse, faccio tripla strada… e valloni… E’ faticoso. Quando arrivi a Bricherasio… hai voglia di dormire. Non ne puoi più. Altro che attaccare una caserma! E poi l’equipaggiamento. Non vai a spasso, magari con scarpe rotte ai piedi… magari c’è la fame… Gli errori sono stati tanti. Te ne accorgevi dopo… Anche i compiti miei non hanno avuto risultati.

Charbonnier
Prearo e Petralia volevano ‘farsi belli’, passare alla storia… Forse un colpo di mano avrebbe avuto effetto.

Abele
I risultati migliori li abbiamo avuti quando eravamo in pochi:facili a mimetizzarsi, facili a muoversi…Sono state le giornate più tristi della valle quelle del rastrellamento di agosto. Bisogna provarlo: tutto quel lavoro che si era fatto… in una mezza giornata, sparito tutto!

Charbonnier
Ero un ragazzino, ma un ricordo del rastrellamento l’ho anch’io. Questi che dovevano essere fascisti, Brigate nere, su per la montagna…Non ricordo bene, ma c’erano due o tre persone che dormivano nel fienile… Avevo un fratello miope che si alza e dice a mia mamma:“Uh, guarda! Arriva una barca di gente che viene a trovarci…”.Mia madre salta giù dal letto…Eravamo in cinque: quattro figli e mia madre…Ha visto le brigate nere che hanno piazzato una mitragliatrice in fondo al prato… Ha fatto correre via quelli che erano nascosti…E’ andata bene!Hanno preso tutto quello che hanno trovato: uova, latte…

Negrin
Nel mese di marzo del ’44, sono passati nelle case a mettere i bandi per quelli che erano di leva…

Abele
Andavano in Municipio a prendere i nomi.

Negrin
Se non ti presentavi, c’era il rischio che prendessero degli ostaggi…Ci siamo presentati, ma poi, mandati a Pinerolo, siamo scappati. Dopo pochi giorni, i carabinieri si sono presentati a casa mia, ma i miei hanno detto che non c’ero… Che magari ero andato nella Val Chisone… Invece ero qui. Si aveva paura per le famiglie.

Abele
Era uscito un bando per il quale tutti i sottufficiali potevano andare in licenza illimitata. Io vado a presentarmi a Torino, al Distretto. Mi hanno mandato in licenza illimitata… Ricordo che c’era il colonnello che me l’ha data che mi ha stretto anche la mano… Io sono tornato al Serre… ero diventato legale! Ero un partigiano con licenza… Nessuno ha mai saputo niente di me. Ero segreto. Con Agosti c’era anche il padrone della Mazzonis, Gallia, che mi ha proposto di andare da lui finita la guerra…

Boschetto
Ti ricordi di Giorgio Rolli, quello della Caffarel… Aveva le ‘baricole’, le lenti, spesse così: non vedeva. Però, presa la bicicletta, andava a vedere se a Villar c’era movimento… Passa in piazza, gira al ‘Sabbion’, torna indietro e informa che tutto era tranquillo, perché c’erano i partigiani… Però era passato in mezzo ai fascisti… e non se ne era accorto! Era così tranquillo, che lo avevano preso per un repubblichino!

Charbonnier
Prearo, da buon militare, ha raccontato una storia ‘militare’, senza pensare ai risvolti politici. Penso abbia fatto onestamente il suo lavoro di combattente… si è anche un po’ incensato… Poi c’è il libro di Miegge? ‘La Chiesa sotto il giogo fascista’, quasi scomparso… Adesso sono tutti antifascisti, ma allora non erano molti ad essere schierati…

Abele
Non posso dire, per la carità! Ma in diciotto mesi, io pastori non ne ho mai visti! Posso dire di aver avuto colloqui con qualche prete… Sono religiosi… potevano almeno mandare due righe… se non volevano venire di persona… Basta, basta…

Charbonnier
L’atteggiamento della Chiesa è stato abbastanza ambiguo…

Abele
Non so in altre zone, ma qui il primo morto è stato proprio un cattolico in Val Pellice, Toja… Senza saperlo, temo di essere stato io la causa del loro andare a Bibiana, senza saperlo… Di qua ho visto che hanno caricato quattro di Bobbio… Ho mandato una staffetta a Torre e sono andati a Bibiana per fermarli sul treno…

[fine]