di Lorenzo Tibaldo*
Qualcuno si aspetta che un governo di Destra possa giungere (almeno in questo contesto storico) a manganello e olio di ricino. Si sbaglia. I gruppi neofascisti sono un contorno, sgradito e di archeologia politica, per chi vuole radicarsi al potere. Tollerati per quella manciata di voti.
Mussolini il primo giorno del suo incarico dopo la marcia su Roma fa un atto simbolico: va alla stazione Termini di Roma e verifica che gli squadristi ripartano. Sa benissimo che quando si governa sono gli organi dello Stato ad essere deputati a reprimere la dissidenza. lo squadrismo diventa un elemento non controllabile. Poi la sua transizione per giungere al potere assoluto, dal 1925 in poi, richiederà ancora l’uso della violenza delle camice nere. Una necessità più che una scelta. Sovente le intemperanze dei Ras della pianura Padana non erano gradite.
Già dal 1924 la Milizia Volontaria per la sicurezza nazionale sarà inquadrata tra le forze armate dello Stato. Mussolini farà diventare la violenza dello squadrismo una violenza “legalizzata” dallo Stato fascista.
Ritorniamo al presente.
Il dissenso, anche provocatorio (sempre che non si traduca nell’insulto), è il seme della democrazia. Nella storia politica italiana da molti anni (1994) la Destra ha ridotto il confronto alla contrapposizione nemico/amico con un linguaggio aggressivo, quando non denigrante di chi la pensa diversamente.
Oggi: lo scrittore La Gioia viene chiamato, per delle sue affermazioni, a rispondere in sede civile al ministro Valditara. Quest’ultimo in passato aveva sospeso dall’insegnamento per tre mesi lo scrittore e insegnante Christian Raimo per averlo criticato. Lo storico Canfora aveva subito una querela (ma poi ritirata) da Giorgia Meloni, cosi come Salvini e Meloni avevano querelato lo scrittore Saviano.
Sovente le querele del politico finiscono nel nulla, ma intimidisco, chiedono tempo per il verdetto. Il presunto leso è il più delle volte in possesso di un grande potere economico e politico e chi subisce persone meno potenti e anche senza grandi risorse economiche. Passa il tempo e chiede denaro, mette in difficoltà chi ha osato alzare la testa.
Non ha importanza se la querela non sarà a favore di chi l’ha voluta.
Resta un messaggio chiaro e inequivocabile. Non disturbare il potere. Ogni critica, ogni ironia, potrà essere fonte di danno per chi la compie. Abbassare il capo. Poi ci mettiamo anche i Decreti sicurezza, l’uso improprio del servizio informativo pubblico.
Tacere, misurare le parole, vagliare con attenzione ogni azione di protesta. Incutere timore, giungere all’autocensura.
Questa è la strategia principale della Destra. Con pazienza, giorno dopo giorno, goccia dopo goccia.
Anche in questo modo muore la democrazia.
* Lorenzo Tibaldo è Presidente del Comitato Val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione.