di Lorenzo Tibaldo*

1 – Il securitarismo.

Ogni società necessita di norme e leggi che conservino e regolino il vivere civile e la loro trasgressione implica un sistema sanzionatorio.

Tuttavia, in una società democratica, questo sistema di norme deve essere legittimato da alcuni presupposti: da un sistema politico di libertà, di rispetto della dignità umana con l’obiettivo di recidere le cause che portano all’infrazione delle leggi.

La politica della Destra persegue la strada securitaria e repressiva, perché ritiene che solo la punizione possa contrastare la violazione delle norme. Seguendo un percorso ormai conosciuto: massima tolleranza per le infrazioni dei “colletti bianchi”, siano essi della politica, dell’economia, della finanza e massima repressione per la criminalità frutto dell’emarginazione, del degrado sociale e culturale che interessa gli strati sociali più fragili della società.

Raramente vanno in carcere esponenti di spicco del mondo politico ed economico della società. Al massimo la pena riparativa viene ricondotta ai servizi sociali e un grande evasore fiscale, un responsabile delle morti sui luoghi di lavoro, un corrotto o corruttore quasi mai vanno in cella di detenzione.

Nel contempo le carceri scoppiano di detenuti che sono espressione (al di là dei casi di vera e propria criminalità) e conseguenza della deprivazione dei principali diritti costituzionali: il lavoro, un reddito dignitoso, diritto alla studio, alla casa, alla salute. Assenza di lavoro, lavoro precario e sottopagato sono tutti elementi che sospingono verso l’insicurezza sfociando anche in comportamenti di ribellione e di infrazione di norme che (in astratto) sono legittime.

Questa situazione coinvolge sempre più ampi strati di giovani esclusi dal mondo della scuola, del lavoro, da qualunque integrazione nel tessuto sociale ( e sovente familiare). Recentemente il Prefetto di Torino giustamente sottolineava che le baby gang possono essere affrontate e risolte solo con la prevenzione e l’integrazione.

Tuttavia la Destra segue la strada opposta con tagli proprio in quegli ambiti che hanno il compito di estirpare le radici dell’emarginazione che poi sovente sfocia in esasperazione e violenza: dalla scuola ai servizi e interventi sociali. Così aumentano le detenzioni, sapendo che oggi le carceri più che luoghi di rieducazione e reinserimento sono scuole di delinquenza e di abbrutimento.

Tuttavia la Destra, beneficia di questa situazione che essa stessa alimenta e giustifica nuove norme repressive sempre più ampie che si estendono fino a minare il diritto di libertà e di espressione.

* Lorenzo Tibaldo è Presidente del Comitato Val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione.