Incontrai per la prima volta Francesco Milelli a Roma, il venti ottobre del mille novecento quarantuno.

Così comincia Dalla parte dei lei di Alba de Céspedes: “storia di un grande amore e di un delitto”, come ebbe a definirlo la stessa autrice a dispetto del fatto che nel suo romanzo di delitti ve ne siano ben più di uno, ve ne siano decine, centinaia, anzi migliaia o milioni se si fa conto delle donne morte sotto il peso della oppressione maschile.

Perché la storia di Alessandra è la storia di una oppressione maturata sotto le bandiere dell’antifascismo militante e di un estremo gesto di rivolta. Storia volutamente provocatoria, volta a dimostrare che una grande lotta di libertà e liberazione come la Resistenza, a cui ha partecipato l’eroina del romanzo come peraltro Alba stessa nella vita reale, non è stata sufficiente o non è stata capace di vincere o almeno cambiare lo stato di oppressione delle donne.

I compagni venivano a trovarci spesso, di sera […]. Poi illustravano le ormai famose avventure di mio marito. Io ero contenta che non accennassero alle modeste missioni che avevo compiuto […]. Tuttavia mi veniva fatto di sospettare che le bombe che avevo portato io fossero false: se solamente quelle che gli uomini avevano portato rappresentavano un pericolo; dubitavo del contenuto dei manifesti […]. Ma, se anche fossero stati falsi, ciò non avrebbe avuto importanza; io li avevo portati con la stessa paura, avevo ugualmente accettato di correre quel rischio. E ora tutti erano qui, tutti ugualmente salvi, tutti scampati. Così intimidita spesso rimanevo in un canto, tacendo. Francesco, preso nei suoi discorsi e nel circolo di simpatia che si formava intorno a lui, durate tutta la serata, mi si rivolgeva soltanto per chiedere: “Vuoi darci un po’ di limonata, cara, per piacere?”

 
Qui qualche nota biografica e una serie di fotografie di Alba de Céspedes nella sua casa di Luserna San Giovanni nel 1976.

In copertina, particolare della illustrazione di Bruno Binosi per la terza edizione del libro, Mondadori 1949.