Renzo Sereno era apprendista alla Mazzonis di Pralafera ed aveva appena compiuto diciott’anni quando fu chiamato a presentarsi al distretto per essere mandato a lavorare in Germania, a maggio del 1944. “In quel momento ho dovuto scegliere se andare a lavorare per i tedeschi ed i fascisti o andare nelle formazioni partigiane che si erano formate sulle montagne della valle dopo l’8 Settembre. Non ho avuto dubbi e, come la stragrande maggioranza dei giovani della valle, ho scelto di andare con i partigiani”, ha raccontato.
Dopo un mese di addestramento al Prà tra le formazioni GL combatté per cinque mesi in valle prima di essere mandato ad operare come sabotatore nel circondario di Torino e nell’astigiano. Cinque mesi molto movimentati, tra rastrellamenti e rafforzamento della presenza e della ferocia tedesca e cambiamenti nella strategia della lotta partigiana.
Le vicende della Resistenza lo portarono un po’ dappertutto in valle: dal Prà alla Gardetta sulle pendici del Vandalino sopra Villar Pellice, e poi a Codissart sul versante opposto nel vallone della Lioussa, a Valanza e al Triboletto nella valle di Luserna; a Rocca Picca sopra Prarostino… Senza contare le marce e gli spostamenti per sfuggire ai rastrellamenti, come migliaia d’altri partigiani: dalla Vaccera al Gran Truc, da lì via colle Cianlancia ai Tredici Laghi e poi verso Col Giulian nella speranza di poter valicare in Val Pellice, per scoprire che il colle è presidiato dai tedeschi e dover fare marcia indietro per tornare a nascondersi a Rocca Picca in attesa degli eventi.
Forse fu questa esperienza di grande mobilità, di importanza vitale della conoscenza del territorio che nel dopoguerra lo portò a cercare di ricostruire su una grande cartina la logistica dello schieramento partigiano in valle e tenervi traccia degli eventi più drammatici.
La mappa, affidata a un amico di famiglia, è infine pervenuta all’A.N.P.I. Valpellice, che ne ha fatto una sorta di manifesto di accoglienza del visitatore.
Nella foto, Renzo Sereno partigiano al Valentino a Torino, maggio 1945.
Renzo Sereno era apprendista alla Mazzonis di Pralafera ed aveva appena compiuto diciott’anni quando fu chiamato a presentarsi al distretto per essere mandato a lavorare in Germania, a maggio del 1944. “In quel momento ho dovuto scegliere se andare a lavorare per i tedeschi ed i fascisti o andare nelle formazioni partigiane che si erano formate sulle montagne della valle dopo l’8 Settembre. Non ho avuto dubbi e, come la stragrande maggioranza dei giovani della valle, ho scelto di andare con i partigiani”, ha raccontato.
Dopo un mese di addestramento al Prà tra le formazioni GL combatté per cinque mesi in valle prima di essere mandato ad operare come sabotatore nel circondario di Torino e nell’astigiano. Cinque mesi molto movimentati, tra rastrellamenti e rafforzamento della presenza e della ferocia tedesca e cambiamenti nella strategia della lotta partigiana.
Le vicende della Resistenza lo portarono un po’ dappertutto in valle: dal Prà alla Gardetta sulle pendici del Vandalino sopra Villar Pellice, e poi a Codissart sul versante opposto nel vallone della Lioussa, a Valanza e al Triboletto nella valle di Luserna; a Rocca Picca sopra Prarostino… Senza contare le marce e gli spostamenti per sfuggire ai rastrellamenti, come migliaia d’altri partigiani: dalla Vaccera al Gran Truc, da lì via colle Cianlancia ai Tredici Laghi e poi verso Col Giulian nella speranza di poter valicare in Val Pellice, per scoprire che il colle è presidiato dai tedeschi e dover fare marcia indietro per tornare a nascondersi a Rocca Picca in attesa degli eventi.
Forse fu questa esperienza di grande mobilità, di importanza vitale della conoscenza del territorio che nel dopoguerra lo portò a cercare di ricostruire su una grande cartina la logistica dello schieramento partigiano in valle e tenervi traccia degli eventi più drammatici.
La mappa, affidata a un amico di famiglia, è infine pervenuta all’A.N.P.I. Valpellice, che ne ha fatto una sorta di manifesto di accoglienza del visitatore.
Nella foto, Renzo Sereno partigiano al Valentino a Torino, maggio 1945.