Nel 1995 Luigi Bianchi e Marisa Falco, insegnanti di scuola media superiore a Rivoli, vengono a insegnare in Val Pellice.
Dopo avere sperimentato positivamente con i loro allievi l’uso di quelle che allora venivano chiamate “nuove tecnologie” per produrre materiale “multimediale” (personal computer, fotografia digitale, riprese video…), maturano l’idea di un lavoro sulla storia locale incentrato sul periodo della Resistenza. Presentano un progetto in tal senso al Provveditorato, che lo approva fornendo un piccolo pacchetto di ore di cattedra, e iniziano la ricerca di interlocutori e finanziamenti.
Grazie alla adesione degli studenti e all’interesse che il progetto riscuote presso le sezioni Anpi della valle e gli stessi partigiani, la prima cosa è presto fatta: nella primavera del 1998 il primo di una lunga fila di partigiani si presenta in aula a raccontare la Resistenza agli studenti, mentre Bianchi e Falco annotano, registrano, fotografano e raccolgono documentazione.
La ricerca dura fino all’anno scolastico 1999-2000, dopodiché si pone il problema della pubblicazione del ricco materiale prodotto e quindi dei finanziamenti. Un contributo regionale, una donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e una campagna di autofinanziamento consentiranno di mandare in stampa una buona metà del lavoro sotto forma di 6 “quaderni multimediali”, fascicoli di una cinquantina di pagine in formato A5 contenuti in cofanetto e corredati da due CD-ROM: i CD contengono materiale relativo alla attività degli studenti e al laboratorio didattico, mentre i quaderni contengono la ricerca in quanto tale, recano l’intestazione “Scuola e Territorio”, sono titolati “Quaderni multimediali sulla Resistenza” e numerati dal n° 1 al n° 6. Il cofanetto, stampato in 1000 copie, è distribuito gratuitamente a istituzioni e privati.
Dieci anni dopo Bianchi e Falco, B&F, che mal digerivano l’idea di non aver potuto utilizzare per mancanza di fondi una buona metà del materiale prodotto nel corso della ricerca, pubblicano sul loro sito portalebf.it una seconda serie di 6 quaderni: al quaderno n° 6 dedicato a “I partigiani in cattedra”, fanno seguito un 6A, un 6B, un 6C e un 6D contenenti la serie completa delle “lezioni” dei partigiani, e si aggiungono un 7 e un 7A di testimonianze rese in altre occasioni.
Il materiale fotografico utilizzato per i quaderni, scansioni di fotografie esibite nelle varie occasioni dai protagonisti, è probabilmente andato perduto. Dei partigiani che si sono avvicendati alla cattedra, oggi, venticinque anni dopo quel grande esercizio di trasmissione della memoria, ne restano due poco meno che centenari.
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