Nato a Bricherasio l'8 luglio 1920, caduto a Bricherasio il 19 gennaio 1945.

Dove si trova la lapide

Comune:

Bricherasio

Località:

borgata Cascinetta

Note: sulla strada provinciale SP161 all'uscita da Bricherasio direzione Torre Pellice, a fianco della rotonda della Cascinetta (l'ultima rotonda in uscita da Bricherasio) sullo spartitraffico a sinistra

Cenni storici

Nato a Bricherasio, carabiniere, Mario Bertolino, "Bertulin", aveva scelto la lotta partigiana nel maggio del 1944, quando il gruppo di giovani che erano saliti agli Ivert dopo alcune operazioni in alta valle erano ritornati in paese e avevano fatto base lungo il Chiamogna. Nel gruppo andava affermandosi la personalità di Luigi "Meo" Demaria ed è sotto il suo comando che Ricu partecipò alle azioni della banda. Era di guardia alla strada per Pinerolo allo scopo di bloccare eventuali arrivi di truppe nemiche la sera del 4 settembre 1944 quando in uno sfortunato tentativo di catturare soldati tedeschi in libera uscita morirono Enrico ed Ermanno Rivoira, e fu protagonista pochi giorni dopo, il 10 settembre, di un efficace agguato a una autocolonna lungo lo stradone per Pinerolo.

Su ordine di Meo Demaria, che preparava lo spostamento in pianura della banda, nei primi giorni del '45 assunse il comando di una squadra che aveva l'incarico di restare in paese per assicurare l'ordine pubblico e consentire il pieno esercizio dei poteri da parte della Giunta Clandestina, ma non ebbe modo di onorare la sua missione.

Il 19 gennaio difatti, verso le due del pomeriggio, mentre era fermo a chiacchierare con una ragazza in località Cascinetta sulla strada che da Bricherasio sale verso la val Pellice, Bertulin venne raggiunto da un camion di militi della Brigata Nera “Ather Capelli” di Pinerolo comandata dal famigerato Novena Spirito, criminale di guerra ritenuto responsabile di 195 omicidi. Riconosciuto, venne ferito mentre tentava la fuga e subito dopo ucciso e derubato dei soldi che aveva in tasca; soldi con cui le camicie nere offrirono da bere a tutti all'osteria del paese.

Negli ultimi istanti di vita Mario Bertolino ebbe cura di nascondere sotto la neve alcuni importanti documenti che portava addosso; quando i contadini delle cascine vicine vennero a recuperare il suo corpo per ricomporlo al cimitero di Fenile, trovarono i documenti e li fecero pervenire a Meo Demaria.