Nato a Torino il 2 gennaio 1921, morto in un incidente di montagna al Gran Truc (Valle Angrogna) il 26 marzo 1944.
Dove si trova la lapide
Comune:
Angrogna
Località:
Prà del Torno
Note: al bordo della strada per Prà del Torno, all'altezza del bivio per Rocciaglia, a sinistra sul penultimo tornante prima dell'abitato
Cenni storici
Sottotenente di complemento, Enzo Gambina militò nella banda dei Sap, in valle Angrogna, e ne assunse il comando nel dicembre del 1943. Pur trattandosi di una squadra piuttosto eterogenea e ritenuta non molto affidabile sul piano operativo, sotto il suo comando la squadra partì per affiancare la spedizione in Val Germanasca dove i GL della Val Pellice intendevano aprire un nuovo fronte di resistenza.
Era il 25 gennaio del 1944 quando una colonna di circa 50 uomini, tra cui Gambina e i suoi, sotto il comando di Poluccio Favout partì dal Bagnau, raggiunse il Colletto sopra Crivlira e da lì costeggiando il Gran Truc raggiunse il colle Lazzarà che dava sulla val Germanasca, per andarsi infine a sistemare sulle alture dei Chiotti, nel vallone di Riclaretto.
Di qui il gruppo effettuò alcune azioni andate a buon fine quali gli assalti ai presidi della Milizia di Prali e dei Carabinieri di Perrero, e si diede un’organizzazione per bande dislocate lungo la valle e in tutti i valloni tributari della Germanasca, mentre il Comando prendeva sede nelle miniere di talco della Gianna.
Gambina partecipò a queste operazioni, ed operò in Val Germanasca fino a quando scattò il rastrellamento tedesco, il 21 marzo. In quel terribile fine mese i partigiani, incapaci di fermare i carri armati tedeschi che puntavano a Prali, scoprirono che la valle che all'inizio sembrava dare più protezione della Val Pellice, poteva viceversa trasformarsi in una prigione e cercarono di sganciarsi, disperdendosi o riguadagnando la Val Pellice o per le vie di bassa valle che costeggiando il Gran Truc portavano in Valle Angrogna, o per le vie d'alta valle che dalla Conca dei Tredici Laghi scendevano sopra Bobbio Pellice.
Enzo Gambina cercò di raggiungere la valle Angrogna e cadde scendendo dal Gran Truc, un incidente di montagna non fosse che maturò nel corso di operazioni di guerra.
La lapide, un tempo apposta sul luogo in cui il suo corpo fu ritrovato, fu in un tempo successivo rimossa perché inaccessibile e quindi priva del suo valore di testimonianza. Al suo posto ne fu apposta un'altra, al bordo della strada che porta a Prà del Torno.