Nato a Gragnana il 14 dicembre 1892, caduto a Mauthausen (Germania) il 24 aprile 1945.
Dove si trova la lapide
Comune:
Torre Pellice
Località:
Corso Lombardini
Note: a destra sul corso subito dopo l'incrocio con via Volta
Comune:
Angrogna
Località:
Bagnou
Note: all'ultimo tornante prima del colle Vaccera, sterrata a sinistra verso Ca' d'la pais e Crivlira; poi sempre a sinistra verso Ca' d'la pais, primo roccione a sinistra a bordo della strada
Cenni storici
Jacopo Lombardini aveva più di cinquant'anni quando salì in montagna per raggiungere la banda di partigiani che aveva base al Bagnau di Angrogna. Era il 18 novembre del 1943.
Toscano di origine, con un lungo passato di antifascista, convertito alla confessione metodista, era arrivato a Torino nel 1940, era entrato a far parte della comunità valdese e dopo un breve soggiorno era arrivato a Torre Pellice dove lavorava come istitutore al Convitto valdese.
Fin dal 1942 era stato attivo nel gruppo di antifascisti che si ritrovavano clandestinamente al Bar d'Italia e più avanti aveva aderito al Partito d'Azione: quel novembre del '43 la sua attività era così notoria da costringerlo a salire in montagna.
Assunto il nome di battaglia di "Professore", partecipò attivamente alle azioni e alla organizzazione delle formazioni di Giustizia e Libertà tra la Val Pellice e la val Germanasca in qualità di commissario politico.
Pacifista convinto non imbracciò mai un'arma e visse la contraddizione di concorrere alla lotta armata ripudiando nello stessso tempo l'uso delle armi.
Fu catturato a Prapic, sopra Bobbio Pellice nel vallone Giulian il 24 marzo del 1944 insieme all'altro commissario politico di Giustizia e Libertà Emanuele Artom. Erano in Val Germanasca quando le SS tedesche e le squadre fasciste iniziarono un rastrellamento su grande scala. Le squadre di partigiani della Val Pellice che vi erano momentaneamente dislocate rientrarono chi seguendo la via del colle Lazzarà in bassa valle, chi seguendo quella del colle Giulian in alta valle, sopra Prali.
Lombardini e Artom erano tra questi ultimi: a grande fatica riuscirono a raggiungere i 2450 metri del colle. Scendendo verso Bobbio Pellice decisero di riposarsi nella piccola borgata di Prapic, sotto le bergerie Giulian, per riprendere il cammino di notte e potersi avvicinare al fondovalle con precauzione.
All'arrivo di una squadra di tedeschi e di fascisti i componenti del gruppo si dispersero per nascondersi; Jacopo Lombardini e Emanuele Artom vi rinunciarono perché troppo stanchi. Catturati, furono picchiati, torturati e condotti in carcere. Artom morirà alle Nuove a Torino, Lombardini finirà a Mauthausen dove morirà il 25 aprile del 1945, dieci giorni prima che il campo fosse liberato dalle truppe americane di Patton.
L'ultima a vederlo fu Frida Malan, che intraprese un lungo e pericoloso viaggio fino a Fossoli nella speranza di architettare una fuga: riuscì solo a vederlo di sfuggita oltre la grata del campo di prigionia.